TRF, dubbio se lasciarlo in azienda o spostarlo in un Fondo? Vediamo qual è la scelta che vi farà guadagnare più soldi in base ai rendimenti.
I lavoratori non hanno le idee chiare su cosa sia meglio fare con il Trattamento di Fine Rapporto. La scelta è tra lasciarlo in azienda oppure trasferirlo in un Fondo pensione per guadagnare di più. Ci sono pro e contro in entrambi i casi.
Il Trattamento di Fine Rapporto è un elemento della retribuzione dei lavoratori che viene pagato al momento della cessazione del rapporto di lavoro. Matura durante gli anni di svolgimento di un’attività lavorative e l’importo è pari alla somma degli accantonamenti annui che corrispondono ad una quota dello stipendio rivalutata periodicamente. Il TFR dal 2007 è diventato strumento di finanziamento previdenziale.
I lavoratori devono decidere al momento dell’assunzione la destinazione del Trattamento, in azienda oppure in una forma di previdenza complementare per costruire una pensione integrativa. Il dubbio è sull’opzione da scegliere. Qual è più vantaggiosa? Nel primo caso – TFR in azienda – il tasso di rivalutazione applicato è dell’1,5% fisso più il 75% dell’inflazione annua mentre il TFR conferito al fondo pensione viene investito sui mercati finanziari generando rendimenti che dipendono dalle scelte di investimento.
Nel corso del 2023 i Fondi pensione hanno fatto registrare un rendimento medio più alto rispetto la rivalutazione del Trattamento di Fine Rapporto. L’ultimo mese dell’anno la rivalutazione è stata dell’1,95% mentre il tasso dei Fondo del 2,3% medio. Il guadagno maggiore, dunque, è legato alla scelta della forma di previdenza complementare. Questo perché il Fondo investe in una combinazione di asset class che hanno rendimenti più alti rispetto ad altri prodotti finanziari.
La rivalutazione del TFR, invece, è legata unicamente all’inflazione. La percentuale potrà essere più bassa rispetto quella dei Fondi però c’è la certezza che non scenderà mai in negativo come potrebbe accadere per i Fondi pensioni (è successo nel 2022). Significa che la scelta del lavoratore dipende anche dalla certezza del risultato desiderato. Si può essere certi che al termine dell’investimento nelle forme di previdenza complementari ci sia un “+” davanti al rendimento?
L’orizzonte temporale di investimento è molto lungo e se si guarda al pregresso si vede come negli ultimi dieci anni la rivalutazione del TFR è stata migliore rispetto alla media dei Fondi. La differenza nel lungo periodo, dunque, è risultata minima almeno fino ad oggi. Se si vuole la certezza di un guadagno è bene scegliere di lasciare il TFR in azienda.
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