Il risarcimento da Superbonus spetta a quanti si trovano con i lavori ancora in corso d’opera e una spesa da affrontare.
Oggi il Superbonus in senso stretto, al 110% come previsto, non è più disponibile, quindi si tratta di quanti hanno iniziato i lavori di ristrutturazione quando c’era la possibilità e si sono ritrovati con ritardi gravosi e incombenze dopo la fine del relativo beneficio.
Si è largamente discusso del Superbonus perché la fine di questo supporto al 110% ha causato non pochi problemi, soprattutto per coloro che avevano dei lavori non ultimati, ovvero circa 36 mila cantieri in tutta Italia.
Il Superbonus oggi non è stato eliminato del tutto, esiste ma notevolmente ridotto, con una versione differente e una quota al 70%. Il problema è che coloro che andranno poi a detrarre le spese non potranno sfruttare quello per cui avevano scelto di procedere, quindi il 110%, ma dovranno sfruttare solo il 70%, una somma nettamente differente e quindi saranno costretti a corrispondere di propria tasca la parte restante.
Questo spaventa e crea molti problemi, si tratta di cifre veramente impegnative sul piano economico che portano alla necessità di trovare delle soluzioni alternative. Per questo molti si sono appellati ai giudici, soprattutto nei casi in cui il ritardo non è stato di propria volontà ma imputabile all’azienda che si è occupata dei lavori.
Un lavoro da 10 mila euro prima veniva coperto totalmente e la persona non doveva spendere nulla, inoltre le modalità si applicavano direttamente in fattura. Con il 70% invece avrebbe uno scoperto di 3 mila euro, senza considerare la fine dello sconto in fattura e quindi di fatto la condizione in cui bisogna prima pagare e poi ottenere il rimborso in 10 rate scalando dall’IRPEF.
Sono praticamente due condizioni totalmente diverse e aver sottoscritto una molto vantaggiosa e ritrovarsi poi in una situazione in cui si devono pagare migliaia di euro, non è affatto facile. Laddove la colpa sia imputabile alla ditta che esegue i lavori si può richiedere un 10% di risarcimento per andare a rimodulare l’importo della commessa e anche rimborsare l’acconto.
Il risarcimento però non è di tipo fisso, dipende da una serie di fattori quindi ad esempio dall’importo, dal tipo di problema sorto, dalle condizioni. Solo considerando questo insieme si può arrivare poi ad un termine ultimo che viene solitamente decretato dal giudice. Il primo punto è sempre quello di rivolgersi ad un legale per avere una stima precisa di quanto spetta.
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