Chi sperava in un ribasso dei tassi di interesse dei mutui dovrà abbandonare ogni illusione. La BCE smorza ogni entusiasmo.
L’inflazione in calo e il lieve ribasso dei tassi di interesse aveva fatto sperare i cittadini in mutui più convenienti. Lagarde toglie subito ogni speranza affermando “Prematuro parlare di tagli dei tassi”.
Dopo dieci mesi di rialzi con un’impennamento dei tassi di interesse nel 2023 la Banca Centrale Europea continua a gettare nello sconforto i cittadini. Passerà ancora del tempo prima che i mutui diventino nuovamente sostenibili dopo che si è arrivati a rate impossibili da sostenere per la maggior parte delle persone. Lagarde non si sbilancia, saranno i dati in arrivo sull’inflazione a fare la differenza e a stabilire le prospettive future della crescita dei prezzi in seguito alle quali sarà possibile fare chiarezza sul destino dei mutui.
Insomma, i colpi bassi per gli italiani potrebbero non essere finiti qui. I dieci mesi da incubo non sono bastati e si continua a vivere in un limbo (qualcuno direbbe all’inferno) senza sapere cosa accadrà. Christine Lagarde, Presidente della Banca Centrale Europea, infatti, non si espone perché è prematuro parlare.
Ad oggi i tassi di interesse restano fermi al 4,5%. La BCE conferma che l’obiettivo è tornare al 2% nel minor tempo possibile ma questa tempestività sembra avere un valore diverso per i cittadini e la Lagarde. Le famiglie hanno bisogno di un aiuto adesso per poter comprare casa senza rischiare insolvenze o per ritornare a pagare una rata più bassa come prima dell’inizio dei rialzi dei tassi.
Gli importi sono raddoppiati diventando insostenibili. Così si portano i cittadini a perdere la casa o a rimanere in affitto accantonando il sogno di un’abitazione di proprietà. Le conseguenze negative si avvertono anche sul mercato immobiliare. Insomma, ci troviamo in una situazione difficile anche se alcuni indicatori fanno sperare in una ripresa della crescita in un prossimo futuro.
Proprio questa tempistica inespressa – prossimo futuro potrebbe essere tra sei mesi come tra un anno – spaventa i cittadini che a ragione non hanno più fiducia nelle decisioni della Banca Centrale Europea. Lagarde dice di non volersi esprimere al momento perché l’inflazione continua ad essere a rischio a causa delle circostante geopolitiche mondiali. Saranno i dati a suggerire cosa fare, e ad oggi dicono di non tagliare i tassi di interesse. Nulla importa delle difficoltà delle persone, contano i dati.
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