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Bonus ed Economia

La Tv nazionale devono pagarla gli influencer e TikTok: la proposta shock che fa tremare tutti

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Vincenzo Pugliano

Una proposta che fa venire i brividi a molti: la televisione nazionale deve essere pagata da influencer e TikTok. Le reazioni.

In questi giorni non mancano le polemiche intorno alle produzioni e alle iniziative commerciali connesse alla presenza e alle attività, su le grande piattaforme di condivisione, di noti influencer.  Da più parti si chiede un maggior controllo e non casualmente proprio di recente l’Agcom (Autorità per le garanzie nelle comunicazioni) ha presentato delle linee guida di condotta per garantire che gli influencer rispettino le disposizioni del Testo unico sui servizi dei media audiovisivi.

Produzioni audiovisive finanziate dalle piattaforme di condivisione? – leggimi.eu

Ma non solo, secondo alcuni influencer e grandi piattaforme di condivisione come TikTok, Instagram e altre dovrebbero contribuire al finanziamento del servizio pubblico audiovisivo proprio per il loro ruolo nella diffusione di contenuti informativi, culturali e di intrattenimento. Si tratta di un dibattito che ha un respiro internazionale.

La proposta che sta facendo discutere tutti

La proposta del governo delle Fiandre di obbligare TikTok e YouTube a condividere i ricavi con i produttori televisivi locali è un’iniziativa importante che potrebbe avere un impatto significativo sull’industria dei media in Belgio e in tutto il mondo.

Influencer, dovranno contribuire alla tv di Stato? – leggimi.eu

Da un lato, la proposta è coerente con la politica del governo belga di sostenere la produzione di contenuti televisivi locali. Il Belgio ha una ricca tradizione di cinema e televisione, e la proposta mira a garantire che questa tradizione possa continuare a prosperare in un mondo sempre più dominato dalle piattaforme di streaming internazionali.

Dall’altro lato, la proposta è stata criticata dalle aziende tecnologiche, che affermano che violerebbe le leggi sulla concorrenza. Le aziende tecnologiche sostengono che la proposta le metterebbe in una posizione di svantaggio rispetto ai produttori televisivi tradizionali, che sono già sostenuti da sovvenzioni governative.

È difficile dire se la proposta sarà approvata dal Parlamento fiammingo. Se lo fosse, sarebbe un precedente importante che potrebbe essere imitato da altri paesi. Potrebbe incoraggiare altri governi a adottare misure simili per sostenere la produzione di contenuti audiovisivi locali. La legge sarà votata nelle prossime settimane e se approvata significherebbe maggiori entrate per il settore televisivo fiammingo.

Il Belgio ha la presidenza di turno della Comunità Europea ed è intenzione dei politici fiamminghi porre il tema nell‘agenda di discussione europea. La proposta prevede che le grandi piattaforme di condivisione dovrebbero pagare una quota pari al 2 – 4 per cento per il Fondo audiovisivo delle Fiandre o partecipare con questa quota a una produzione locale.

Già i grandi fornitori di streaming come Netflix versano somme per regolamenti similli in produzioni locali, con cifre che nel 2023 hanno raggiunto i 7 milioni di euro. Non resta che attendere le conseguenze della legge belga e le reazioni del mondo social.

Vincenzo Pugliano

Redattore e collaboratore di vari siti, mi occupo di temi connessi all'economia, alla cronaca, ai viaggi, ai diritti sociali fin dalla laurea in storia contemporanea. Nel settore editoriale ho collaborato con varie riviste e periodici come Suono, Lettera Internazionale e Giano con i ruoli di redattore, segretario di redazione e correttore di bozze. Anche la lunga esperienza nel settore dell'assistenza professionale per la disabilità visita, mi ha fornito strumenti utili per i temi dell'inclusione e dei diritti.

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